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Quando un residente di una via limitrofa alla Tenuta di Tor Marancia si è presentato al Punto Informativo del Parco dell’Appia a Piazza Lante con un riccio (foto 1), trovato davanti al portone di casa, grande è stata la sorpresa dei bambini presenti nell’area giochi.
Si è subito formato un capannello: una buona occasione per fare una improvvisata lezione di educazione ambientale (foto 2).
Il riccio (Erinaceus europaeus) è un piccolo mammifero insettivoro con il dorso ricoperto di aculei, che si arrotola a palla in caso di pericolo. Compare un po’ ovunque, fatta eccezione per le zone paludose, preferendo boschi di latifoglie, i parchi e i giardini lungo le siepi e i fossati.
Durante il giorno si riposa nascosto sotto un cespuglio tra la sterpaglia o in un nido di foglie alla base di un albero, mentre la notte esce in cerca di prede come insetti, molluschi e rettili, ma anche uova di uccelli che nidificano a terra, come fagiani e pernici.
Tra i pochi predatori che possono ucciderlo c’è la volpe, che riesce a fargli lasciare la posizione di difesa colpendolo nell’unico punto vulnerabile: il naso. Ma nelle aree verdi cittadine è soprattutto la presenza delle infrastrutture stradali a causarne la morte.
Gli investimenti sembrano concentrarsi un alcuni specifici punti stradali che possono coincidere con corridoi preferenziali tra aree ecologicamente idonee e ove sarebbe opportuno attuare interventi di de-frammentazione.
Nel caso della Tenuta di Tor Marancia tale corridoio preferenziale può essere individuato sul lato di via Ardeatina, nel tratto che costeggia l’area della Farnesiana. Non è quindi un caso che il WWF, nella sua proposta di utilizzo della Tenuta di Tor Marancia ha ipotizzato la realizzazione di un passaggio in legno sopra la via consolare.
All’interno del Parco dell’Appia non è raro poter incontrare questo simpatico animale. Il 30 novembre i guardaparco ne hanno salvato uno che era finito dentro un tombino nell’area del sepolcro di Priscilla.
Il riccio di Tor Marancia era in buone condizioni, per cui è stato rimesso in libertà all’interno della Tenuta (foto 3), in un punto lontano dalle aree abitate.
4 dicembre 2005
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